Le mie mani, come le sue,
grosse e di grasso sporco.
Quante volte l’ho visto lavarsele, quante volte,
ho lottato col sapone per imitarlo.
Le mie, sporche ancora, le unghia nere
aggrappate alla vita, all’incastrare spietato,
al giustificare l’assenza perche’ ho guadagnato.
Ho seguito un uomo senza ascoltarlo, sognava,
raccontava.
Ho sentito un uomo ma son passato,
erano storie di anime sognanti, distanti,
pensieri altrove,
ho sentito,
ma tra i ferri mi son rifugiato, giustificato.
Ho l’anima sporca, ora, di grasso e fatica,
di officina, di malinconia, di poesia letta
tra una riba e l’altra,
tra un mi devi e un non ti preoccupare
“scusi signore mi deve pagare”.
Questa e’ la storia umana
delineata, a volte ben retribuita
ma se pensi un’altra giornata della mia vita
e’ finita.
Qui, dove voi arrivate, io parto,
oltre il limite
alzo, come un calice, il mio grosso cuore
e finalmente d’un fiato lascio.
Le mie mani sporche le ricordo bene,
potevo perdermi, ma ho avuto fede.
Ora ti parlo dei miei sogni,
ora respiro,
mentre tu mondo dormi
io son vivo
olio su tela