Ricordo ancora la stanza vuota,
piena solo di me stesso e di qualche mobile impolverato.
Le mie insicurezze protette lì,
dagli sguardi indiscreti.
Ricordo la puzza di silenzio in cui abitavo,
l’ombra, con cui giocavo, annoiata e svaccata sulla scrivania,
lenta scivolava via, lunga,
sopra quel piano lucido e ben ordinato.
Quella ragnatela, all’angolo, come me,
aspettava.
Era l’abbandono a cui mi
ero abbandonato.
Quello è il mio tempo, un tempo
che come scalpello su legno
mi ha modellato.
Ora, è difficile essere come tutti,
rimanere costante al mio sentire,
seguire i vostri umori,
i vostri discorsi
i vostri colori.
Se cerchi me, ti perdi con me,
in questo balbettare, in quello che vorrei ma non ho,
in quello che ho, ma non mi accontento.
Se cerchi me ti bruci, con me,
perchè vorresti che tutto fosse semplice,
tutto fosse come gli altri,
felice.
Io apprezzo la felicità ma, a lei, non appartengo.
Se entri in me, sei nella mia stanza.
Se entri in me, spegni la luce,
spegni te, i loro, i suoi,
i tuoi, vuoi.
Nulla è come vorresti, ma
se cerchi me,
cerchi me.
olio su tela 100×100