Un cerchio non completo,
è una luna a trequarti.
Sono sguardi e poco più
poi ci sei solo tu.
La notte sapora di notte,
l’asfalto esala
e una luce cara, al mio passare si spegne.
Ora, poche altre cose rimangono degne.
Lei, beve per dimenticare.
Lui, spera di poter restare.
La compagnia seduta all’ultimo tavolo ancora sveglio
parla di storie lontane
e c’è, fuori, chi è capace di passare senza entrare,
senza guardare,
senza sbirciare.
La notte è la notte,
è la fine del giorno
dell’amore.
La notte culla il rancore
il pensiero del pensare a quelle cose rimandate,
rimaste da fare, da completare
come quel cerchio a trequarti
chiamato luna.
Come la magia
diventata disavventura.
L’ultimo spazzino
spazza i suoi pensieri,
io, cammino sulla fine del giorno,
comunemente chiamato ieri.