Parlano di altre cose,
rose, sui davanzali delle nostri prigioni
delle nostre ragioni.
Tu non badare, non ascoltare,
prova a sostare tra quegli spazi scanditi dal fare
capaci di decorare vite,
stanze, dalle porte chiuse.
Sono solo scuse per accettare l’appiattirsi
il tradirsi.
Seduto, al vostro tavolo ben imbandito con storie illuminate da luci soffuse da paure e da nuove cure,
alzo il calice al cielo con voi, brindo per i vostri successi,
ma non m’interessa, ho solo fretta.
Le vostre domeniche spensierate
sono la mia ribellione e la vostra calma
e’ la mia rivoluzione.
Voglio solo essere sporco di colore.
Posso essere normale,
posso camminare in queste pianure
con le mie armature per difendermi da voi,
ma sono un sognatore,
in perenne equilibrio tra precipitare e afferrare,
tra fallimento e creazione
tra sogno e realtà
tra qua, con voi,
o appeso la, aldilà.
olio su tela 80×80