Aria, leggera, sincera
tra la criniera del grano,
lento con te, il polline non sa che diverrà un fiore e va.
Ricordo quel ricordo rosso tulipano.
Io mi stringo tra le mie braccia, tu mi squoti,
trattengo quella sensazione di calore.
Aria, la stessa ora che mi scompiglia i pensieri
domani tempesta nella stessa testa,
la festa, che allo spegnersi delle luci diventa tristezza.
Il bicchiere ora colmo mi renderà orgioglioso
domani sarà inverno
il paradiso sarà lo stesso inferno.
Non sono nient’altro quel che odio e amo,
niente di più di quel che dannatamente odio
e dannatamente amo,
sono brezza e sono tempesta,
sono quel che sono e quel che non devo,
a volte vorrei essere niente, lo spero ardentemente
per non rovinare,
per non rovinarti,
per non strappare le foglie, le tue voglie,
non togliere l’estate e stare in paradiso.
Aria, gelida e arriva il freddo,
il mio maledetto freddo
e tutto questo tutto diventa niente,
questo colore viene deturpato
da malinconia tristezza, dalla mia testa.
Era brezza ora tempesta.
Sto fermo.
Lo stesso paradiso è anche inferno.